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Presentazione della rassegna del cinema delle donne



Generazioni a confronto



a  cura di Maria Grazia Riveruzzi

 

Come socia fondatrice della Biblioteca  porgo  i miei saluti a tutte le donne e a tutti gli uomini presenti in sala  anche a nome delle amiche della Biblioteca e  del gruppo- cinema  composto da Gaudioso Mara ,Tulino Stella, Procopio Maria , Esposito Adrìana  ,che avrete modo di conoscere nei prossimi appuntamenti . Ringraziamo il presidente Crisafi  e Franco Iaria  per  l’invito a condividere momenti e intenti culturali come questa rassegna cinematografica dal titolo emblematico “Generazioni a confronto”. Sono ormai quasi dieci anni che la BDS realizza progetti di cineforum per le classi degli Istituti superiori e per i soci/ie  , rassegne di film per la cittadinanza  e collabora con il comitato provinciale delle pari opportunità di CZ per la realizzazione di rassegne di cinema delle donne per le donne. Non dobbiamo dimenticare che la scelta del cinema delle donne rientra nelle finalità precipue delle nostra BDS che è quella di dare visibilità e valore alla creatività femminile in ogni settore della cultura : dalla narrativa alla poesia ,dalla scienza all’arte , alla cinematografia . In quest’ottica si colloca la nostra proposta cinematografica  e il leit motiv che la sottende .” Generazioni a confronto” è la tematica intorno a cui si snodano i racconti delle autrici e dell’ autore che vi presenteremo nel corso dei nostri incontri . Sempre meno legate ad un unico territorio geografico  e ad una comunità etnica di provenienza , le registe raccontano  attraverso storie individuali e affreschi generazionali una società in fieri, sempre più multietnica  e interculturale ,  pluralistica e democratica.

Per moltissime donne , provenienti da antiche ondate migratorie ,  da aree culturali dell’America  del Nord , dell’Australia  ma anche dell’Europa , la scrittura cinematografica rappresenta il mezzo di comunicazione più immediato per raccontare le storie , talvolta autobiografiche , di un cambiamento graduale e contraddittorio che dalla generazione delle nonne giunge fino alle giovani di oggi. Il linguaggio del cinema restituisce la parola , rompe il silenzio atavico cui erano condannate le donne dalle comunità d’origine in terre straniere . L’occhio delle  autrici , come della regista italo-francese Julie Bertuccelli nel film” Da quando Otar è partito” e della giovane australiana di Melbuorne , Jocelyn Moorhouse nel film “ Gli anni dei ricordi” , punta come una lente d’ingrandimento sulla quotidianità di esistenze femminili, intessute  non di pratiche isolate e singolari, ma di relazioni genealogiche che passano e ripassano sugli avvenimenti del presente e del passato , rafforzandosi invece che indebolirsi .

Scontri e confronti generazionali celano le profonde contraddizioni  di una società povera e arretrata che subisce il fascino del capitalismo occidentale ; di una società  multietnica e multiculturale , gravata dai problemi d’immigrazione , di discriminazione  e di integrazione , su cui ci invita a riflettere il regista Damien O’ Donnel  nella sua commedia un po’ amara dal titolo” East is east “.

Al desiderio di integrazione e di egualitarismo della nuova generazione  e al rifiuto di regole e di tradizioni ancestrali fa riscontro ,in ultima analisi , una ugual disposizione a recuperare le proprie radici , i valori e gli affetti familiari . Questo  è il messaggio che si evince dalla visione del film “ Terza generazione “ della regista australiana Kate Wood.  che ritrae  , all’interno di una famiglia italo-australiana , tutta al femminile , i conflitti e i parallelismi dello spirito di tre generazioni , ma anche i problemi dell’integrazione tra culture diverse  , orchestrato il tutto con grazia e con equilibrio.  Infine ogni dialettica esistenziale viene mediata -  è particolarmente evidente nel film “ Gli anni dei ricordi”- da una genealogia di relazioni tra donne  ( nonna , zie , madri ,nipoti…) che con il dialogo , con il racconto del proprio vissuto e con l’amore trascendono ogni differenza generazionale e restituiscono all’uomo e alla donna la misura del proprio essere e la libertà di scegliere e anche di sbagliare .

 

Università della Terza età

Soverato 9/03/2007



 
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